Si può mettere un timer al dolore dell’anima?

Il dolore , la sofferenza sono una dimensione strettamente personale! quando una persona a noi cara muore oppure quando una relazione per noi importante finisce non è possibile calcolare un tempo per stare bene..

Ognuno di noi ha bisogno di concedersi il proprio tempo per guarire! e per ciascuno la lunghezza della strada da percorrere è differente.

Quando si vive un dolore ci sentiamo spesso dire frasi come “vedrai, passerà!” , “basta piangere”, ” la vita va avanti”, ” bisogna reagire”… E quando si soffre si è così sensibili da avvertire ognuna di queste parole come dei macigni: ci sentiamo inadeguati perché incapaci di stare bene!

A nessuno piace soffrire, stare male e vorremmo che tutto si risolvesse velocemente ma ad ognuno di noi serve il proprio tempo per metabolizzare il dolore, il distacco, la paura.  Quando perdiamo qualcuno di importante, quando esce dalla nostra vita viviamo infinite emozioni che ci mettono confusione e ci impediscono di continuare a vivere la nostra quotidianità in maniera serena. Cambiano le abitudini, cambiano gli obiettivi, cambiamo noi.

Emozioni come la paura, la rabbia, la solitudine entrano di prepotenza nel nostro cuore e nella nostra mente trovandoci impreparati ad affrontarli. E non esiste un metodo uguale per tutti per affrontare e vincere tutto questo caos. E non c’è un tempo prestabilito o un tempo limite per farlo.

Serve il tempo “che ci vuole”: dipende dal carattere, dipende dalla situazione, dipende dai contesti, dipende da chi abbiamo vicino, dipende dalle esperienze vissute, dipende….

Trattenere il dolore, non mostrarlo agli altri, ignorarlo serve a poco :il dolore irrompe dentro di noi e travolge ogni cosa, mette tutto in discussione, crea caos, porta insicurezze e paure… il nostro istinto è quello di eliminarlo subito ma se non gli concediamo il tempo di fare il suo “lavoro” e lo nascondiamo non ce ne libereremo mai! Il dolore ,per quanto difficile da fare, va affrontato: abbiamo bisogno di conoscerlo per poterlo accettare e poi metabolizzare.

Piangere, gridare, sentirsi tristi, provare rabbia..nulla di tutto questo deve esserci vietato e nulla di tutto questo ci deve essere concesso per un periodo prestabilito. Ciascuno di noi deve prendersi il proprio “tempo del dolore” ed esprimerlo nel modo che gli è più affine. E’ importante che noi ci prendiamo il nostro tempo per guarire! Questo non significa “tornare come eravamo prima” poiché la sofferenza, il dolore è un’emozione che ci cambia nel profondo dell’anima. Pensiamo ad esempio ad un dolore fisico: quando prendiamo una storta alla caviglia consapevolmente o meno dopo quel piede lo appoggeremo sempre con maggiore cautela rispetto a prima! se questo vale per una semplice storta proviamo a pensare ad un dolore che ci dilania l’anima…

Ci è stato insegnato a vedere il dolore come un nemico , come un castigo che ci viene dato perché abbiamo fatto qualcosa di male : il dolore diventa invece un nostro alleato se gli concediamo l’opportunità di aiutarci a crescere, a riflettere su ciò che è veramente importante nella nostra vita, a pensare se stiamo percorrendo la nostra strada o se ahimè è la strada che qualcun altro ci ha assegnato (aspettative).

La risposta quindi alla domanda “si può mettere un timer al dolore dell’anima?” è NO ! concediamoci di vivere il dolore in modo completo : accettalo, comprendilo e metabolizzalo…poi lo potrai lasciare andare…